
La tragedia di Tom Pryce e Carlos Pace
40 anni fa la Formula 1 perdeva in due eventi funesti, entrambi dalla dinamica assurda, due talenti del calibro di Tom Pryce e Carlos Pace. Fu un mese di marzo luttuoso per le corse quello del 1977. A Kyalami il Gran Premio del Sudafrica fu fatale al ventisettenne pilota gallese. Pryce era una delle promesse di quel periodo. Nella massima categoria vi era approdato nel ’74 con una Token (debuttando in Belgio), prima di passare al volante della Shadow, vettura con cui l’anno seguente aveva ottenuto la sua prima e unica pole a Silverstone. Nella sua carriera in F.1 si contano solo due podi: terzo in Austria nel 1975 e ancora terzo in Brasile nel 1976. Eppure quel ragazzo di buona famiglia, figlio di un sergente di polizia di Ruthin, un paesino del Denbighshire, aveva dimostrato di avere tanta stoffa. A Kyalami, nella terza gara della stagione, in quel weekend maledetto con il bagnato era stato il più veloce nelle prove libere, anche se alla fine si era qualificato in ottava fila. Poi il dramma, anzi la tragedia. Nel corso del 21° giro la vettura del suo compagno di squadra Renzo Zorzi si ferma per un problema a metà rettilineo, proprio davanti ai box. Sull’auto dell’italiano si sviluppa subito un principio di incendio. Zorzi ha qualche problema a staccare il tubo dell’ossigeno che collega il suo casco all’abitacolo, ma salta fuori dalla monoposto senza difficoltà. Due commissari scorgono la scena e precipitosamente decidono di attraversare la pista, proprio a ridosso del punto in cui una gobba dell’asfalto rende difficile scorgere le vetture che arrivano. Uno di questi si chiama Frederik Janse Van Vuuren, ha 19 anni e normalmente lavora nella biglietteria dell’aeroporto di Johannesburg. Un ragazzo dal volto pulito, improvvisato “pompiere” dagli organizzatori del circuito. Né lui, né il suo collega si rendono effettivamente conto di essere in grave pericolo. La March di Hans Joachim Stuck fa giusto in tempo a scartare leggermente per evitare di investirli. Subito dietro c’è la Shadow di Pryce, lanciata a 300 km/h. Il gallese probabilmente non si accorge di nulla e travolge Van Vuuren. Le immagini sono crude, con il giovane commissario colpito in pieno e lanciato in aria, prima di rovinare sul terrapieno a bordo dell’asfalto. Tra i primi ad accorrere è il fratello Jannie di 21 anni, che assiste alla scena allibito. Per Frederik non c’è nulla da fare. Ma la tragedia assume delle proporzioni più grandi, perché l’estintore portato a mano da Van Vuuren ha colpito in pieno volto Pryce strappando via il rollbar della Shadow. L’impatto è terrificante. La vettura del gallese, ormai senza vita, percorre tutto il rettifilo e finisce per colpire la Ligier di Jacques Laffite, prima di arrestarsi contro le reti di protezione. Pryce lascia una vedova, Nella, che aveva sposato due anni prima.
L’ULTIMO VOLO DI PACE. La trageda di Pryce ebbe l’effetto di scuotere l’intero “circus”. Già qualche settimana prima il campione del mondo in carica James Hunt aveva sollevato la questione legata alla sicurezza della testa del pilota. Un problema che ad oggi non è stato risolto, come testimonia il più recente incidente occorso al povero Jules Bianchi. Tra i colleghi di Pryce, ad avvertire il peso di questo enorme dramma fu anche Carlos Pace. Il brasiliano doveva essere l’erede di Emerson Fittipaldi, prima ancora di Nelson Piquet e Ayrton Senna. Ma anche per lui, in quel mese maledetto, il destino si rivelò beffardo. Il 18 marzo, quasi due settimane dopo l’incidente di Kyalami che avvenne sabato 5, Carlos morì a 32 anni in un incidente aereo. Era in Brasile per una breve vacanza nei pressi di San Paolo, la sua città natale. Fu il suo amico Marivaldo Fernandes a convincere un quasi reticente Pace a salire su quel piccolo Cessna. Doveva essere un volo breve, ma a causa di un temporale estivo la visibilità diventò critica. Un elemento determinante nell’impatto al suolo che costò la vita al pilota di F.1, a Fernandes e all’altro occupante dell’aereo, Carlos Roberto de Oliveira. La moglie di Pace, Elda, da cui ebbe due figli, Rodrigo e Patricia, che all’epoca avevano due e sei anni, raccontò che suo marito aveva pianto più volte nei giorni precedenti per la scomparsa di Pryce. Ancora non conosceva la sua fine. I suoi funerali si svolsero nello stesso weekend della gara di Long Beach (dove a prendere il suo posto sulla Brabham fu Hans Joachim Stuck) e ciò non consentì a molti colleghi di prendervi parte. Al compianto pilota brasiliano è stato dedicato l’Autódromo José Carlos Pace di Interlagos. Nella sua carriera ha disputato 71 Gran Premi correndo con March, Surtees e Brabham (nella foto).
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I più gravi incidenti aerei e di elicottero nella storia delle corse
Data | Pilota | Luogo |
---|---|---|
12 aprile 1962 | Ron Flockhart | Melbourne - Australia |
4 ottobre 1970 | Curtis Turner | Mahaffey - Usa |
29 novembre 1975 | Tony Brise | Hertfordshire - Inghilterra |
29 novembre 1975 | Graham Hill | Hertfordshire - Inghilterra |
18 marzo 1977 | Carlos Pace | Mariporã - Brasile |
7 aprile 1982 | Harald Ertl | Giessen - Germania |
2 luglio 1985 | David Purley | Bognor Regis - Inghilterra |
14 gennaio 1986 | Thierry Sabin | Mali - Africa |
30 settembre 1988 | Al Holbert | Columbus - Usa |
12 ottobre 1990 | Alessandro Nannini | Siena - Italia * |
31 luglio 1991 | Al Loquasto | Fogelsville - Usa |
1 aprile 1993 | Alen Kulwicki | Blountville - Usa |
12 luglio 1993 | Davey Allison | Talladega - Usa |
14 marzo 1995 | Carlos Menem Jr. | San Nicholas - Argentina |
14 febbraio 2000 | Tony Lee Bettenhausen | Leesburg - Usa |
2 maggio 2000 | David Coulthard | Nizza - Francia ** |
24 ottobre 2004 | Ricky Hendrick IV | Stuart - Usa |
16 settembre 2007 | Colin McRae | Lanark - Scozia |
30 marzo 2008 | David Leslie | Londra - Inghilterra |
30 marzo 2008 | Richard Llyod | Londra - Inghilterra |
23 settembre 2018 | Juan Marcos Angelini | Carreras - Argentina |
3 maggio 2019 | Alessandro Bonacini | Pegognana - Italia |
* Nell’incidente con il suo elicottero Alessandro Nannini si salvò, ferendosi gravemente all’avambraccio destro.
** David Coulthard rimase incolume, mentre nell’incidente perirono il pilota David Saunders e il co-pilota Dan Worley.
Nota: nell’incidente aereo di Linate dell’8 ottobre 2001 occorso all’MD 87 della SAS, perirono Robert Essebro, Robin Forsman e Alexander Karjaluoto, tre giovani kartisti che il giorno prima avevano partecipato al Torneo delle Industrie sul kartodromo di Parma.